Bain de Dones - Cinque Torri
Dino Dibona - Andar per sentieri
Carte turistiche 1:25.000 Tabacco: foglio 03 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane. Kampass: foglio 617 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane. Sentieri n° 440 e n° 422. Denominazione dell'escursione: Rifugio Bain de Dones - Cinque Torri - Potor - Rifugio Bain de Dones. Gruppo montagnoso: Cinque Torri (Penes de Naeròu). Difficoltà: nessuna difficoltà, escursione consigliata anche ai bambini accompagnati e agli escursionisti poco allenati. Tempo medio complessivo di percorrenza: circa 3 (tre) ore. Abbigliamento ed equipaggiamento consigliati: usuale per le normali escursioni in alta montagna (scarponi da montagna, maglione, giacca a vento, calzettoni di lana, ecc.). Punto di partenza: Rifugio Bain de Dones (Cortina d'Ampezzo). Punto di arrivo: Rifugio Bain de Dones (Cortina d'Ampezzo). Altitudine massima che si raggiunge durante l'escursione: m 2225 s.l.m., al Rif. Scoiattoli. Interesse naturalistico dell'escursione: principalmente paesaggistico, geologico, geomorfologico, floristico e faunistico. Rifugi e altre infrastrutture ricettive d'appoggio: Rifugio Bain de Dones situato a m 1890 di quota, punto di partenza e di arrivo dell'escursione, Rifugio Cinque Torri a m 2137 di quota, Rifugio Scoiattoli a m 2225 di quota. I punti d'appoggio sono aperti dal 20/6 al 20/9. Accorgimenti consigliati: il percorso si svolge interamente nel territorio di Cortina d'Ampezzo e inizia e termina in località Bain de Dones a m 1890, raggiungibile percorrendo la S.S. delle Dolomiti nel tratto Cortina d'Ampezzo - Passo Falzarego. Nei mesi di luglio e agosto, il rifugio Bain de Dones è raggiungibile anche con l'auotobus pubblico, con gli orari consultabili presso la stazione delle autocorriere. N.B.: i numeri romani indicano il periodo di fioritura (es. VI-VII = periodo di fioritura giugno-luglio) e la lettera P le specie protette dalle leggi e dai regolamenti vigenti. Iniziamo la gita Il percorso escursionistico inizia al Rifugio Bai de Dones, raggiungibile dal centro di Cortina d'Ampezzo in circa venti minuti d'auto, percorrendo da strada per il Passo Falzarego. Il Rifugio è munito di ampio parcheggio e funge anche da stazione di partenza della seggiovia delle Cinque Torri, funzionante anche in alta stagione estiva. Dal Piazzale del Rifugio Bain de Dones, si segue l'indicazione "Per 5 Torri-Rifugio Scoiattoli", che si trova al limite del taglio forestale effettuato per la realizzazione della pista da sci, e si entra nel bosco misto di larici (Larix decidua), abete rosso (Picea excelsa) e pino cembro (Pinus cembra). In brevissimo tratto si raggiunge il Lago Bain de Dones, dove, secondo le leggende dolomitiche (e forse anche nella realtà), in questo laghetto appartato, non viste dagli uomini, un tempo si bagnavano le donne. Il piccolo specchio d'acqua limpida e poco profonda, è come una gemma lucente incastonata tra i boschi e in autunno, quando le chiome dei larici diventano gialle come l'oro, i riflessi muticolori del bosco nelle acque del lago creano immagini fiabesche e di grande suggestione visiva. Oggi, nelle acque limpide di questo laghetto, si disseta il cervo (Cervus elaphus) e la rara rana rossa di montagna (Rana temporaria) trova le condizioni ideali per la sua riproduzione. Superato sulla sinistra il Lago Bain de Dones, il sentiero prosegue per un tratto con andamento discontinuo, in leggeri e continui saliscendi, dove l'incisione nel suolo prodotta dal passaggio turistico, ha messo a nudo la terra fortemente rossastra, derivante dalla disgregazione fisica e dall'alterazione chimica delle rocce sottostanti, che appartengono agli Strati di Raibl e che costituiscono la base d'appoggio di tutti i massici rocciosi circostati, formati da Dolomia Principale. Sia gli Strati di Raibl che la Dolomia principale, sono costituiti da rocce sedimentarie che si sono formate durante il periodo Triassico, circa 200 milioni di anni fa. In questo tratto, chiamato Valonscuro, si possono ammirare numerosi esemplari plurisecolari di pino cembro (Pinus cembra), con le loro grandi chiome colonnari sempreverdi a cima globosa e, a volte, con le radici scoperte che sembrano afferrare, come enormi artigli, i grossi masi sui quali queste piante crescono. Nel sottobosco vegeta numeroso il cavolaccio verde (Adenostyles glabra, VII-VIII) dalle foglie molto grandi e i fiori "sfilacciati" di colore violaceo riuniti in ampi capolini, l'orminio montano (Horminium pyrenaicum, VII-VIII) dai fiori viola scuro riuniti in una spiga lassa, il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus, V-VI) dai fiori verdastri e bacche blu scuro molto saporite, il raponzolo montano (Phyteuma orbiculare, VII-VIII, P) dai fiori tuboliformi di color azzurro scuro riuniti in un capolino globoso portato all'estremità di un fosto alto e sottile. Dove la luce del sole penetra più facilmente tra le chiome degli alberi, cresce l'ontano verde (Alnus viridis), un arbusto che in questa zona, molti secoli fa, costituiva probabilmente la specie vegetale pioniera. Dopo aver attraversato un piccolo ruscello, il sentiero aumenta di ripidità e incomincia a salire con pendenza quasi costante nel bosco di Landries, dove è presente il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) dal piumaggioo nero e bianco con la parte posteriore del ventre con piume rosse (il maschio ha un ciuffo di piume rosse anche sul capo) dal robusto becco che l'uccello usa come uno scalpello per rompere la corteccia e il legno delle piante, con colpi secchi che si odono anche a grande distanza, in cerca di larve di insetti, di cui si nutre. In questo tratto di bosco cresce il rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum, VII-VIII, P) dai fiori rosa, la luparia (Aconitum vulparia, VII-VIII) dai fiori di color gialognolo riuniti in una lunga spiga, il fior di stecco (Daphne mezereun, V-VI, P) dai fiori rosa carico, molto profumati, che compaiono prima delle foglie, le cui bacche di color rosso corallo, sono velenose. Nel bosco di Landries la rinnovazione forestale è soprattutto di larice (Larix decidua) e di pino cembro (Pinus cembra). Ad un tratto il sentiero scende di qualche passo e raggiunge la strada asfaltata che porta al Rifugio 5 Torri. Si prosegue lungo la strada asfaltata, ai bordi della quale cresce la sassifraga a foglie rotonde (Saxiphraga rotundifilia, VII-VIII, P) dai fiori bianchi con petali a macchioline gialle e rosse, il ginestrino comune (Lotus corniculatus) dai fiori completamente gialli che cresce dalla pianura fino all'alta montagna. Salendo ulteriormente lungo la strada asfaltata, il bosco si fa sempre più rado, più giovane e quasi esclusivamente composto da larice, finché si raggiunge e si supera il limite superiore del bosco. Qui, ad una curva a destra della strada, appare di fronte un panorama incantevole, con una corona di montagne che, partendo dalla destra del cono visivo e proseguendo in senso orario, si distinguono nel Monte Cristallo (m 3221), i Cadini di Misurina (m 2839), il Monte Faloria (m 2365), il Monte Sorapiss (m 3205), la Croda Marcora (m 3154), il Monte Antelao (m 3264), La Croda da Lago (m 2701), i Lastoi de Formin (m 2657), il Monte Cernera (m 2657), in parte coperto dal più vicino Becco della Muraglia (m 2271), il Monte Nuvolao (m 2575) e poi le Cinque Torri, un tempo chiamate Penes de Naeròu (m 2361) ormai vicinissime e ancora la Tofana di Roces (m 3225) e la Tofana di Mezzo (m 3244). Da questo punto, proseguendo, in breve si raggiunge il Rifugio 5 Torri. Dal Rifugio 5 Torri si prosegue verso monte lungo il sentiero che sale e costeggia a breve distanza le pareti verticali della Torre Grande, dove nelle belle giornate si cimentano varie cordate di scalatori. Dopo breve tratto, sulla destra del sentiero, appere una piccola grotta scavata nella pietra di un grosso masso, dove è stata posta una statua della Madonna, dietro un'artistica cancellata in ferro battuto. Nelle vicinanze vi sono belle fioriture di garofanino maggiore (Epilobium angustifolium, VII-VIII, P) dai fiori color rosa carico riuniti in una grande spiga densa, il giglio martagone (Lilium martagon, VI-VII, P) dai fiori con i petali ricurvi all'indietro e di color rosa-violaceo o porporino con punteggiature più scure, lo spillone di dama (Armeria alpina, VI-VIII, P) dai fiori rosa riuniti in un ampio capolino, la bonarota comune, (Paederota bonarota, VI-VIII, P) dai fiori azzurri in grappolo ricadente, la primula orecchia d'orso, (Primula auricula, V-VI, P) che cresce nelle fessure delle rocce da dove sporge con i suoi fiori color giallo uovo, l'achillea del Clavena (Achillea clavenae, VII-IX, P) dal fiori bianchi riuniti in capolino, la valeriana alpina (Valeriana alpina, VII-VIII) dai fiori color carnacino riuniti in ampio capolino e la stella alpina (Leontopodium alpinum, VII-IX), dai fiori piccoli e giallognoli, riuniti in numero di 5-8, circondati da brattee (la "stella") bianco tomentose. Numerose le farfalle, tra cui la vanessa orticaria (Aglais urticae) una farfalla comune dalle ali molto colorate. Si prosegue in direzione della mole del Monte Averau (m 2649), lungo il largo sentiero che presenta parecchie varianti che, verso destra, costituirsono altrettante scorciatoie per raggiungere il Rifugio Scoiattoli ormai in vista, superando l'ultimo tratto di prateria alpina. Qui cresce la lupinella d'Alpe (Hedysarum hedysaroides, VI-VIII), dai fiori rosa-violaceo riuniti in una spiga densa, la campanula barbata (Campanula barbata, VII-VIII, P) dal fiori azzurri pendenti e pelosi all'interno, visitati dal bombice alpino (Bombus alpestris), distinguibile per avere la parte terminale dell'addome di color arancione carico, il trifolio bruno (Trifoluim badium, VI-IX) dalle infiorescenze gialle con pelari più vecchi color caffè, l'antillide alpestre (Anthyllis alpestris, VI-VIII) dai fiori gialli con base bianca coperta da fitta lanugine e, nei piccoli acquitrini a monte del sentiero, cresce il pennacchio a foglie strette (Eriophorum angustifolium, VI-VIII, P) con numerose spighette ricadenti di color bianco candido e lucenti. Numeroso, come ovunque intorno ai rifugi alpini, il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus) dalle piume completamente nere con becco giallo e zampe rosse. Raggiunta la biforcazione si gira a destra e in breve si raggiunge il Rifugio Scoiattoli a quota m 2225. Da questo punto d'osservazione, si possono ammirare le Cinque Torri in tutta la loro bellezza e verso nord, sopra il Passo Falzarego, si vede il Sass de Stria (m 2477), poi, procedendo in senso orario, il Monte Lagazuoi (m 2752), le Punte di Fanes (m 2980), il Monte Cavallo (m 2894), il Col dei Bos (m 2559), la Tofana di Roces (m 3225) e la Tofana di Mezzo (m 3244). Dal Rifugio Scoiattoli si prosegue seguendo l'indicazione per Pian dei Menis. Il sentiero, nel primo tratto pianeggiante, attraversa le piste da sci, dove, su una piccola superficie non devastata dai lavori di decapitazione e sepellimento dei suoli, cresce la rara genziana punteggiata (Gentiana punctata, VII-VIII, P) dai fiori gialli fittamente punteggiati di bruno. Più oltre il sentiero scende attraversando un tratto coperto da grandi quantità di fasciume di roccia, testimonianza di un evento catastrofico avvenuto miliaia di anni fa. In questo tratto, con soprassuolo rado, cresce numerosa la rosa delle Alpi (Rhododendron ferrugineum, VI-VII, P) dai fiori rossi, la potentilla persicina o cinquefoglie dolomitico (Potentilla nitida, VI-VIII, P) con fiori da rosa chiaro a rosa scuro e l'achillea delle Dolomiti (Achillea oxyloba, VII-VII, P) dai fiori singoli a petali bianchi. Proseguendo, si esce dalla zona a sfasciume di roccia e si entra in un tratto con suolo quasi completamente coperto da piante erbacee pioniere, dove cresce il camedrio alpino (Dryas octopetala, V-VII) dai fiori bianchi a cinque petali e la rosa pendulina (Rosa pendulina, VII-VIII, P) dai fiori con i petali a bordo rosso. Poi si scende nuovamente e si incontrano le prime piante di larice, che indicano il limite superiore del bosco e il sentiero e segnato dall'affioramento di materiale che mette in evidenza la cataclasite di una linea di falia (farina di roccia). Proseguendo si scende in un canalino e poi si risale dalla parte opposta, quindi si scende nuovamente nel bosco, progressivamente meno rado. Alla biforcazione si segue il sentiero di destra, che ha un tracciato più facile, ma i due sentieri ri riuniscono comunque poco più in basso. Il sentiero prosegue in discesa quasi costante passando vicino a delle piccole sorgenti, dove cresce la rara sassifraga stallata (Saxifraga stellaris, VI-VIII, P) dai piccoli fiori con petali bianchi a macchie gialle e antere rosse. Da qui, in breve si raggiunge il Pian dei Menis, un'ampia zone pianeggiante ricca di corsi d'acqua, accanto ai quali cresce numerosa la calta palustre o farferugine (Caltha palustris, V-VII) dai fiori color giallo-uovo, il billeri amaro (Cardamine amara, VI-VIII) dai fiori bianchi e la primula farinosa (Primula farinoso, V-VI, P) dai fiori color rosa tenue. Pochi metri prima di raggiungere il piccolo ponte in legno, si segue il sentiero di destra che sale per brevissimo tratto, quindi si prosegue verso valle raggiungendo un piccolo ruscello dove cresce l'orchidea macchiata (Orchis maculata, VI-VIII, P) dai fiori rosa carico e foglie macchiate sulla pagina superiore, il geraneo selvatico (Geranium sylvaticum, VI-VIII, P) dai fiori rosa-violaceo, l'aconito napello (Aconitus napellus, VII-VIII, P) una pianta velenosa dai fiori blu a forma di elmo riuniti in una grande spiga fitta, la genziana di Esculapio (Gentiana asclepiadea, VIII-IX, P) dai fiori blu che compaiono solo in autunno e rimangono fino al sopraggiungere delle prime nevi. Proseguendo si attraversano alcuni piccoli ruscelli e si raggiunge il piazzale del Rifugio Bain de Dones. L'escursione termina qui, al Rifugio Bain de Dones, da dove ha avuto inizio la gita, circa tre ore prima. Copyright © - Dino Dibona
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