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Rifugio Scotter - Forcella Piccola - Rifugio Galassi

Dino Dibona - Andar per sentieri

Carte turistiche 1:25.000
Tabacco: foglio 03 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Kompass: foglio 634 Pieve di Cadore e Monte Antelao.
Sentieri n° 229 e n° 227.

Denominazione dell'escursione: Rifugio Scotter - Forcella Piccola - Rifugio Galassi.

Gruppo montagnoso: Monte Antelao.

Difficoltà: nessuna difficoltà, se non quella costituita dalle pendenze, anche elevate, del sentiero. Consigliabile agli escursionisti mediamente allenati.

Tempo medio complessivo di percorrenza: circa 1 ora e 15 minuti (un'ora e un quarto).

Abbigliamento ed equipaggiamento consigliati: usuale per le normali escursioni in alta montagna (scarponi da montagna, maglione, giacca a vento, calzettoni di lana, ecc.).

Punto di partenza: Rifugio Scotter-Palatini (San Vito di Cadore).

Punto di arrivo: Rifugio Galassi (Calalzo di Cadore).

Altitudine massima che si raggiunge durante l'escursione: m 2120 s.l.m. a Forcella Piccola.

Interesse naturalistico dell'escursione: principalmente paesaggistico, geologico, geomorfologico, floristico e faunistico.

Rifugi e altre infrastrutture ricettive d'appoggio: Rifugio Scotter-Palatini (aperto dal 20/6 al 20/) all'inizio dell'escursione e Rifugio Galassi (aperto dal 1/7 al 20/9), al termine dell'escursione.

Accorgimenti consigliati: il percorso inizia al Rifugio Scotter-Palatini a quota 1580, raggiungibile con l'autovettura e termina al Rifugio Galassi a quota m 2018. Dal Rifugio Galassi è possibile proseguire per la Capanna degli Alpini a quota m 1395, raggiungibile in ore 1 (una) percorrendo il sentiero n° 255 che scende lungo la Val d'Oten, oppure rientrare per lo stesso itinerario descritto e, quindi, ritornare al Rifugio Scotter-Palatini in ore 1 (una) di cammino. N.B.: i numeri romani indicano il periodo di fioritura (es. VI-VII = periodo di fioritura giugno-luglio) e la lettera P le specie protette dalle leggi e dai regolamenti vigenti.

Iniziamo la gita

L'escursione inizia al Rifugio Scotter-Palatini (munito di parcheggio), raggiungibile dal centro di San Vito di Cadore in cinque minuti d'auto, seguendo le indicazioni stradali e percorrendo la strada ad una sola carreggiata, per un tratto asfaltata e poi sterrata, a tratti molto ripida e da percorrere con attenzione.

Dal Rifugio Scotter, da dove si gode un magnifico panorama verso il Monte Pelmo, la Forcella Forada, la Crepes dei Beche, il Col de la Puina e le Rocchette, si percorre per breve tratto la strada che porta al sentiero per il Rifugio San Marco (sentiero n° 228), poi si gira a destra salendo lungo il sentiero n° 229 che si inoltra nella fitta mugheta (superficie coperta da pino mugo - Pinus mugus), che ha colonizzato la superficie dei depositi detritici coalescenti, formati dal materiale proveniente dalla disgegazione meccanica della Dolomia Principale, di cui sono formate le rocce tra Cima Bel Prà e Cima Scotter, che sovrastano la zona percorsa dal sentiero. In questo tratto, sotto la copertura del pino mugo, cresce la platantera comune o cipolla bifoglia (Platanthera bifolia, V-VII, P) un'orchidea dai fiori bianchi riuniti in una spiga lassa, la manina rosea (Gymnadenia conopsea) un'altra orchidea dai fiori rosei, il limonio montano (Pyrola rotundifolia, VI-VII, P) dai fiori bianchi campanulati riuniti in una spiga, il garofano di bosco (Dianthus monspessulanus, VI-VII, P) dai fiori con petali frangiati a fauce verdastra e lembo roseo, raramente bianchi, l'aquilegia azzurra (Aquilegia einseleana, VI-VII, P) dai fiori azzurri con petali imbutiformi ricchi di nettare, la clematide alpina (Clematis alpina, VI-VII, P), pianta lianiforme con grandi fiori campanulati a petali azzurri, e il rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum, VI-VIII, P) dai fiori rosa e foglie pelose al margine. Nella mugheta, l'entomofauna (gli insetti) è ridotta a poche specie che presentano particolari forme di adattamento, tra queste alcune farfalle appartenenti alla famiglia Licenidi, piccole farfalle dalle ali variamente colorate di verde o di azzurro e la farfalla dalle ali a macchie di pantera (Pseudopanthera macularia), una farfalla dalle ali gialle con disegni neri molto variabili.

Proseguendo, per un breve tratto si esce dalla mugheta e si attraversa il ghiaione, in parte ancora alimentato dal materiale detritico trasportato a valle dall'acqua di scioglimento della neve, dove, sui suoli in fase di formazione, crescono piante pioniere e diverse specie di salice, tra le quali il salicone (Salix caprea) e il salice ripaiolo (Salix eleagnos). Attraversato il tratto ghiaioso, si rientra nella mugheta, dove il sentiero si fa più ripido e sale a zig-zag tra il pino mugo, ritornando in più punti al bordo del ghiaione che rimane sulla sinistra.

Salendo in quota la mugheta si fa più rada e la flora cambia sensibilmente. In questo tratto cresce la campanula nana (Campanula cochlearifolia, VI-IX, P) dai fiori campanulati di colore azzurro chiaro, il cerastio unifloro (Cerastium uniflorum, VI-VIII, P) dai fiori bianco-cadido, la silene rigonfia (Silene vulgaris, VI-IX) dai fiori bruni venati di bianco e il dente di leone montano (Leontodon montanus, VII-VIII) dai fiori giallo carico. Salendo ulteriormente ci si avvicina alle pareti rocciose, finché si raggiunge, dopo circa mezz'ora dall'inizio dell'escursione, l'incrocio con il sentiero n° 227. All'incrocio tra i due sentieri, proprio sotto i cartelli d'indicazione sentieristica, cresce la rosa pendulina (Rosa pendulina, VI-VIII, P) dai fiori con petali a lembo rosso vivo.

Raggiunto l'incrocio con il sentiero n° 227, che segue un andamento meno ripido di quello appena percorso, si gira a destra, in direzione del Monte Antelao (m 3264), la cui imponente mole che sovrasta i Becchi d'Imposponda, appare proprio di fronte, con la cima coperta di neve quasi tutto l'anno. Vicino al sentiero, che attraversa un tratto a soprassuolo erbaceo rado, cresce l'achillea del Clavena (Achillea clavenae, VI-IX, P), dai piccoli fiori bianchi riuniti a capolino, la valeriana alpina (Valeriana alpina, VI-VII, P), dai fiori color carnacino riuniti in ampi capolini e il camedrio alpino (Dryas octopetala, VI-VII) dai fiori bianchi a otto petali.

Quando il sentiero si fa nuovamente ripido e zigzagante, vengono indicati con lo stesso numero (227) due sentieri: qui è opportuno seguire il sentiero di sinistra, l'altro, oltre che escludere il passaggio alla Forcella Piccola, attraversa alcuni punti in roccia e in cresta tra due ripidi versanti, che possono creare disagio al normale escursionista.

Salendo ulteriormente in quota, il sentiero attraversa un tratto a copertura vegetale erbacea quasi colma, con suolo che presenta uno strato superficiale profondo di colore nero, ricco in humus e fertile, indice di un processo di formazione e di sviluppo del suolo durato molti secoli. Qui, tra le altre piante della prateria alpina, cresce la vulneraria montana (Anthyllis montana, VI-VII) con piccoli fiori gialli a la base bianca coperta da ricca lanugine, riuniti in capolino globoso, l'omogine alpestre (Homogyne alpina, VI-VIII) dai fiori viola o porporini con parti bianche, lo sparviere del calcare (Hieracium villosum, VII-VIII, P) un "radicchio" dai fiori color giallo intenso e fusto e foglie coperti da folta lanugine bianca, la pedicolare verticillata (Pedicularis verticillata, VI-VIII) dai fiori di colore viola-intenso riuniti in spiga densa, il geranio selvatico (Geranium sylvaticum, VI-VIII, P) dai fiori color viola o rosso-violaceo, il rododendro ferrugineo o rosa delle alpi (rhododendron ferrugineum, VI-VII, P) dai fiori di colore rosso scarlatto e la rara linaria alpina (Linaria alpina, VI-VIII, P) dai fiori violacei con fauce macchiata di giallo-arancione. Tra le erbe e i fiori, si aggira ronzando il grosso bombice alpestre (Bombus alpestris), efficace e indispensabile impollinatore dei fiori delle piante.

A circa un'ora dalla partenza, si raggiunge la Forcella Piccola, ai piedi della Cima Scotter. Qui è bene fermarsi e osservare lo splendido panorama che offre la vista verso il fondovalle e verso gli ampi boschi del versante orografico destro del torrente Boite, oltre i quali si vedono i pascoli d'alta quota e una corona di montagne che spaziano dal Monte Pelmo alle Tofane, con al centro il bianco ghiacciaio perenne della Marmolada.

Da Forcella Piccola si prosegue lungo il sentiero in leggera discesa attraversando un tratto erboso dove oltre alle flore già descritte per la Forcella Piccola, cresce lo spillone di dama (Armeria alpina, VI-VII, P) dalle infiorescenze globose di color rosa lucente e il "non ti scordar di me" alpino (Myosotis alpestris, VII-VIII, P) dai fiori piccoli di color azzurro carico con centro giallo, quindi in breve, superato un tratto in leggera salita, si raggiunge un'altra forcella (a cui non è stato dato alcun nome, probabilmente perché viene considerata un tutt'uno con Forcella Piccola), oltre la quale il sentiero scende con maggiore pendenza e dopo un paio di minuti si vede, più in basso e leggermente sulla destra, il Rifugio Galassi.

Nel tratto tra la Forcella Piccola e il Rifugio Galassi, percorribile in circa dieci minuti, dove il sentiero attraversa la prateria alpina, è presente l'arvicola delle nevi (Microtus nivalis), la marmotta (Marmota marmota marmota), il camoscio (Rupicapra rupicapra) e lo stambecco (Capra ibex), reintrodotto di recente con successo in molte zone delle Alpi e che qui pascola sui ghiaioni sotto le pareti della Cima Scotter, a volte in piccoli branchi composti dalle femmine e dai maschi giovani (i maschi adulti, che pesano il doppio delle femmine raggiungendo il quintale e sono muniti di grandi corna, scanalate, rivolte all'indietro, si uniscono al branco solo nel periodo degli amori, da dicembre a gennaio). Come ovunque sulle Dolomiti e con popolazione in costante crescita, è presente il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus) un corvo dal piumaggio completamente nero con il becco giallo e le zampe rosse, il corvo imperiale (Corvus corax) molto più grande del precedente, dal piumaggio completamente nero con riflessi metallici e il sordone (Prunella collaris) un piccolo uccello somigliante all'allodola, con fianchi a striature di color rosso ruggine.

La vicinanza del rifugio si preannuncia con il rumore del generatore a scoppio, funzionante quasi ininterottamente per l'intero giorno; l'insonorizzazione di questo moderno e indispensabile strumento, restituirebbe a questi luoghi il silenzio e la pace che gli sono propri.

Raggiunto il rifugio Galassi, una grande costruzione sorta come caserma militare, ma da tempo Rifugio del C.A.I., eretta ai piedi del Monte Antelao nell'alta Val d'Oten, ci si trova di fronte alle incantevoli rocce rosate di Dolomia Principale del Gruppo delle Marmarole, che qui, tra la Cima Scotter (m 2800) e la Cima Bastioni (m 2926), s'innalzano per centinaia di metri, terminando in un gran numero di guglie. Per l'intero Gruppo delle Marmarole è in progetto la creazione di un parco naturale. Sul versante opposto della valle (dietro il Rifugio), s'innalzano le balze del Monte Antelao, segnate da striature nere che sottolineano il percorso di deflusso delle acque meteoriche. Da qui, però, l'Antelao non sembra la bella montagna che è, e come appare da altri punti d'osservazione. Intorno al Rifugio cresce una grande varietà di piante e fiori, tra cui la sassifraga a foglie tonde (Saxifraga rotundifolia, VI-IX, P) dai fiori con petali bianchi macchiati di piccoli punti di color giallo e rosso, l'imperatoria vera (Peucedanum ostruthium, VII-VIII), dai fiori di colore bianco riuniti in ombrelle, il geranio selvatico (Geranium sylvaticum, VI-VIII, P), dai fiori color viola o rosso-violaceo, la dafne odorosa, (Daphne cneorum, VI-VII, P) dai fiori di color rosa carico dal profumo di vaniglia, l'adenostile alpina (Adenostyles glabra, VII-VIII) dai piccoli fiori di color viola chiaro riuniti in pannocchia, l'uva orsina (Arctostaphylos uva-ursi, V-VI), dai piccoli fiori campanulati di color bianco, spesso con margine rosato e il ginepro nano (Juniperus nana) un arbusto prostrato dalle foglie rigide e pungenti, molto più piccolo del ginepro comune.

L'itinerario termina qui, al Rifugio Galassi, tra l'Antelao e le Marmarole, da dove bisogna fare ritorno a valle.

Dal Rifugio Galassi, si può proseguire scendendo lungo il sentiero n° 255 che si snoda lungo la Val d'Oten e in un'ora raggiungere il Rifugio Capanna degli Alpini, da dove si può scendere a Calalzo di Cadore; oppure si può fare ritorno al Rifugio Scotter-Palatini dal quale si è partiti, distante un'ora di cammino, ripercorrendo nel senso inverso il sentiero n° 227 fino all'incrocio con il sentiero n° 229 e scendendo da dove si è saliti, oppure proseguire lungo il sentiero n° 227 fino al Rifugio San Marco a quota m 1823 e poi far ritorno al Rifugio Scotter attraverso il sentiero n° 228, allungando il percorso di poche centinaia di metri e aumentando di poco il tempo di percorrenza.

Copyright © - Dino Dibona

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