Sei qui: home > itinerari > Passo Giau - Lastoi de Formin - Rucurto












Iscriviti per ricevere direttamente nella tua email tutte le ultime novità e le occasioni di Dolomiti on line:



Passo Giau - Lastoi de Formin - Rucurto

Dino Dibona - Andar per sentieri

Carte turistiche 1:25.000
Tabacco: foglio 03 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Kompass: foglio 617 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Sentieri n° 436 e n° 435.

Denominazione dell'escursione: Passo Giau - Lastoi de Formin - Rucurto.

Gruppo montagnoso: Croda da Lago.

Difficoltà: sentiero che per un breve tratto presenta difficoltà di percorrenza facilmente superabili dalle persone adulte, ma che potrebbero creare qualche problema ai bambini di età inferiore ai 12 anni, per i quali, quindi, l'escursione è sconsigliata. Percorso adatto per escursionisti mediamente allenati.

Tempo medio complessivo di percorrenza: da valutare in non meno di 4 (quattro) ore.

Abbigliamento ed equipaggiamento consigliati: usuale per le normali escursioni in alta montagna (indispensabili gli scarponi da montagna, oltre al maglione, giacca a vento, calzettoni di lana, ecc.).

Punto di partenza: Passo Giau (San Vito di Cadore).

Punto di arrivo: località Rucurto (Cortina d'Ampezzo).

Altitudine massima che si raggiunge durante l'escursione: m 2462 s.l.m. a Forcella Rossa del Formin.

Interesse naturalistico dell'escursione: principalmente paesaggistico, geologico, paleontologico, geomorfologico, floristico, faunistico e paleo-etnologico.

Rifugi e altre infrastrutture ricettive d'appoggio: Rifugio Passo Giau, situato a m 2236 di quota sulla strada provinciale n 638 (punto di partenza dell'escursione). Il Rifugio Passo Giau è aperto tutto l'anno. Nessuna infrastruttura lungo l'itinerario sentieristico.

Accorgimenti consigliati: il percorso ha inizio nel comune di San Vito di Cadore a m 2236 di quota e termina in territorio di Cortina d'Ampezzo a m 1708 di quota. Occorre quindi organizzarsi per un rientro automontato lungo i circa 5 Km di strada che separano la località Rucurto dal Passo Giau. N.B.: i numeri romani indicano il periodo di fioritura (es. VI-VII = periodo di fioritura giugno-luglio) e la lettera P le specie protette dalle leggi e dai regolamenti vigenti.

Iniziamo la gita

Il percorso escursionistico inizia al Rifugio Passo Giau (munito di ampio parcheggio), raggiungibile con autovettura dal centro abitato di Cortina d'Ampezzo in circa 20 minuti, o da Selva di Cadore in circa 15 minuti.

Dal Rifugio Passo Giau si percorre il sentiero n° 436 in leggera salita verso la Forcella di Zonia, attraversando un tratto caratterizzato da un suolo scuro e soprassuolo in cui si notano i condizionamenti del substrato pedogenetico non calcareo sulla fitoassociazione; qui, infatti, la flora presenta le tipiche specie che colonizzano i suoli silicei, tra cui la genziana punteggiata (Gentiana punctata, VII-VIII, P) dai grandi fiori campanulati di colore giallo-pallido con numerose punteggiature scure, l'anemone primaverile (Pulsatilla vernalis, V-VI, P) dai fiori bianchi e viola tenue, avvolti da un manto peloso bruno-argenteo e l'anemone gialla (Pulsatilla apiifolia, VI-VII, P) con fiori gialli.

In breve si raggiunge la Forcella di Zonia, da dove si prosegue attraversando orizzontalmente le forti pendenze del versante ovest del Col Piombin la cui cima sovrasta per meno di un centinaio di metri il sentiero. L'incisione prodotta dal sentiero evidenzia suoli più chiari a matrice calcarea, con substrato costituito da depositi di detriti di falda antichi. Sulle pendici del Col Piombin e lungo l'intera valle di Zonia, che si estende verso ovest e il cui fondo è segnato dalle ghiaie bianche del letto dall'andamento tortuoso di un piccolo ruscello, è presente la conosciutissima soldanella (Soldanella alpina, V-VII) dai fiori campanulati di colore blu-violaceo, il camedrio alpino (Dryas octopetala, VI-VII) dai fiori bianco candidi a otto petali, la cui presenza ci accompagnerà per la maggior parte dell'escursione, il miosotide nano (Eritrichum nanus, VI-VII, P) dai piccoli fiori azzurri simili al più noto "non ti scordar di me", la genziana delle nevi (Gentiana verna, VI-VIII, P) dai fiori di colore azzurro intenso. In questo tratto del sentiero, sulla destra si gode di un ampio panorama verso il Monte Pore, il Col di Lana, la Marmolada e il Monte Boè.

Dopo appena quindici minuti dalla partenza, si raggiunge la Forcella attraverso la quale si accede alla Val Cernera e da dove si gode di un magnifico panorama verso i Lastoi de Formin e la Croda da Lago. Dalla Forcella il sentiero scende nella Val Cernera, dove si può trovare tratti di superfice innevata fino alla fine del mese di giugno e oltre. In questo tratto del percorso si può ammirare il rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus, VI-VII, P) dai numerosi fiori di colore rosa intenso, specie endemica delle Alpi orientali particolarmente sulle Dolomiti, il rododendro rosso, o rosa delle Alpi - Alpenrose - (Rhododendron ferrugineum, VI-VII) dai numerosi fiori rossi e le foglie con la pagina inferiore color ruggine, il ranuncolo ibrido (Ranunculus hybridus, VI-VIII) pianta velenosa con fiori di colore giallo, l'iberidella grassa (Thlaspi rotundifolia, VI-VIII, P) una piccola pianta dai fiori riuniti in capolini di colore lilla pallido, lo spillone di dama (Armeria alpina, VII-IX, P) con fiori di colore rosa carico riuniti in capolini grossi, l'ambretta strisciante (Geum reptans, VII-VIII, P) dai fiori giallo-oro e tre tipi di salice nano: il salice erbaceo (Salix erbacea), salice relicolato (Salix reticulata) e il salice retuso (Salix retusa).

In questo tratto del sentiero, è numerosa la marmotta (Marmota marmota marmota) normalmente visibile ad ogni ora del giorno, il fringuello alpino (Montifringilla nivalis) nella zona dolomitica nettamente più frequente che in ogni altra zona alpina.

Il materiale detritico che si è accumulato sulle pendici della parte alta dalla valle, è costituito da clasti (sassi) di colore scuro (derivanti da rocce silicee) in buona parte colonizzati dal lichene geografico (Rhizocarpon geographicum), da clasti di colore più chiaro (derivanti da rocce carbonatiche) e da conglomerati, denominati "brecce", in cui si distinguono nettamente materiali chiari in una matrice più scura.

Dalla Val Cernera si sale verso la Forcella Giau; la salita è abbastanza ripida, ma relativamente breve e va affrontata con passo lento e cadenzato. All'inizio di questo tratto si nota il cardo capitato (Cirsium spinosissimum, VI-IX) tipica pianta dei pascoli montani con fiori giallastri e foglie spinosissime; lungo la salita si può ammirare l'achillea del Clavena (Achillea clavenae, VI-VIII, P) dai numerosi fiori bianchi e il dente di leone montano (Leontodon montanus, VI-VII) dai fiori di colore giallo intenso.

Raggiunta la Forcella Giau a 2360 metri di altitudine, è doverosa una breve sosta per ammirare gli incantevoli panorami che si godono da questa posizione: verso sud si erge la mole del Monte Pelmo, verso est s'innalzano le pareti verticali dei Lastoi de Formin e verso nord, tra l'imponente corona di montagne, risaltano la Croda Rossa d'Ampezzo, le Tofane, le Punte di Fanes, il Monte Lagazuoi, le Cinque Torri e la Gusela, l'Averau, il Monte Settsass, il Monte Boè, verso ovest il Monte Cernera e il Corvo Alto.

Dal punto di vista geologico questo è uno dei siti di maggior interesse: da qui, infatti, si distinguono il calcare di scogliera del Monte Cernera, le rocce ignee del Corvo Alto, la Dolomia Cassiana che affiora immediatamente ad est della Forcella Giau, la Dolomia del Dürenstein dei Lastoi de Formin, la Dolomia Principale del Monte Pelmo e di tutti i principali massicci che si distinguono verso nord. Nello strato della Dolomia Cassiana è possibile rinvenire, tra i resti in superficie, reperti fossili del Triassico.

Proseguendo lungo il sentiero, dapprima con andamento pianeggiante e poi in leggera discesa, si attraversano i pascoli di Mondeval a monte del piccolo Lago delle Baste, nelle cui acque è presente il tritone alpino (Triturus alpestris). I suoli in questo tratto del sentiero sono fertili e la flora assai ricca e interessante, con specie erbacee del pascolo e delle praterie d'alta quota. Accanto ai grossi massi che il sentiero aggira, è presente l'aconito napello (Aconitum napellus, VII-VIII, P), una pianta velenosa dei pascoli, alta fino ad un metro e oltre, con fiori a forma di elmo di color blu intenso riuniti a spiga, sulla prateria si nota numerosa la nigritella (Nigritella nigra, VII-VIII, P) un'orchideacea con un'infiorescenza a capolino color rosso cupo e dall'intenso profumo di cioccolato e la più rara nigritella carnacina (Nigritella miniata, VII-VIII, P) dai fiori di color rosso vivo, la campanella barbuta (Campanula barbata, VII-VIII, P) dai fiori di color azzurro tenue pelosi all'interno, la primula ventaglina (Primula minima, VI-VII, P). Sulla sinistra del sentiero si incontrano alcune sorgenti di acqua limpida e fresca, dove cresce la rara sassifraga stellare (Saxifraga stellaris, VI-VIII, P) dai piccoli fiori bianchi con due piccole macchie gialle per ogni petalo e minuscole antere di colore rosso. Sui fiori della prateria si posano varie specie di farfalle, tra le quali è presente una delle più belle farfalle europee: la farfalla manto dell'imperatore (Argunnis paphia) dalle ali color giallo carico con macchie nere. Frequente in questo tratto anche il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), la marmotta (Marmota marmota marmota) e l'arvicola delle nevi (Microtus nivalis).

Superato il pascolo, prima che il sentiero riprenda a risalire, sulla destra si vede il grande masso erratico isolato che servì da riparo all'ormai famoso "Uomo di Mondeval", vissuto nel Mesolitico (ca. 7000 anni B.P.), di cui è stata rinvenuta la sepoltura e gli ornamenti che l'accompagnavano: reperti di grande valore paleo-etnologico, oggi conservati nel piccolo museo di Selva di Cadore.

Il sentiero prosegue attraversando suoli rossastri la cui colorazione è dovuta al substrato pedogenetico (Formazione del Raibl). In questo tratto sono frequenti i cuscinetti di silene acaule (Silene acaulis, VI-VIII, P) dai piccoli fiori rosa. Prima di raggiungere la base delle rocce, si gira a sinistra per Forcella Rossa del Formin, abbandonando la direzione di Forcella Ambirizora. Il sentiero, che per un tratto prosegue con andamento pianeggiante, riprende a salire in corrispondenza dell'affioramento della Formazione di Raibl, riconoscibile per la forte colorazione rossastra (qui il sentieramento turistico, che ha inciso fortemente la cotica erbosa, ha innescato processi erosivi del suolo destinati a provocare più estesi fenomeni di franamento) e si fa gradualmente più ripido fino alla Forcella Rossa del Formin, dove si raggiunge la quota più elevata dell'escursione (m 2462). Questo è il regno del camoscio (Rupicapra rupicapra), dell'aquila reale (Aquila chrysaetos) e della pernice bianca (Lagopus mutus). Sulla Forcella Rossa del Formin è presente numerosa la sassifraga rossa (Saxsifraga oppositifolia, VI-VII, P) dai fiori di colore rosso-vivaceo, la linaria alpina (Linaria alpina, VI-VIII, P) dai fiori blu-violetto con fauce arancione e l'orecchia d'orso gialla (Primula auricula, V-VI, P) dai fiori giallo oro. Sulla destra, la mole della Croda da Lago (Dolomia principale) con le sue numerose guglie, sovrasta e domina il paesaggio.

Da questo punto il sentiero scende lungo la gola dei Lastoi de Formin, dapprima con andamento dolce, poi via via sempre più ripido. Lungo la discesa, sulla destra si possono ammirare grandi ghiaioni costituiti dall'accumulo di detriti di falda, o dai conoidi di deiezione in gran parte ancora alimentati, mentre sulla sinistra si estendono i "lastoi" di roccia nuda, con piccole superfici coperte dalla prateria d'alta quota. Più in basso il sentiero si fa ancora più ripido e si passa tra il fasciume roccioso caotico: è questo il tratto più impegnativo dell'escursione e il motivo per cui è stata sconsigliata ai bambini. Nei massi si distinguono numerose le "impronte" dei megalodonti (fossili guida della Dolomia principale). Scendendo ulteriormente ci si inoltra in un bosco rado a mescolanza di larice (Larix decidua), cirmolo (Pinus cembra) e abete rosso (Picea excelsa), con la presenza sporadica del pino mugo (Pinus mugus), finché si raggiunge il fondo del canalone da dove si prosegue in leggera salita attraversando un bosco più vecchio e meno rado, con piante anche di notevoli dimensioni. In questo tratto, a valle del sentiero scorre un ruscello alimentato da numerose piccole sorgenti. Continuando attraverso il bosco si raggiunge l'incrocio con il sentiero per Lago da Lago, da dove si prosegue per il sentiero di sinistra. In questo tratto del bosco l'abete rosso (Picea excelsa) diventa dominante. Superato un piccolo ponte in legno, il sentiero per breve tratto costeggia una profonda forra, in fondo alla quale scorrono le acque di uno spumeggiante ruscello: al di là della forra, il sottobosco è costituito quasi esclusivamente da mistillo nero (Vacinium mistillus). Lungo il sentiero è presente la luparia (Aconitum vulparia, VI-VIII) dalle grandi spighe di fiori bianco-giallastri, il geranio selvatico (Geranium sylvaticum, VI-VIII, P) dai fiori color rosso-violaceo e la genziana di Esculapio (Gentiana asclepiadea, IX-X, P) dai fiori di colore blu scuro, che compaiono in autunno e permangono fino al giungere delle prime nevi.

Quando il silenzio del bosco viene rotto dal suono dello scorrere delle acque di un ruscello (o dal rumore dei motori degli autoveicoli che percorrono la strada provinciale), allora si è vicini alla località Rucurto, che si raggiunge dopo aver superato due ponticelli di legno e un brevissimo tratto finale in salita.

L'escursione termina qui, al ponte di Rucurto, dove solitamente ci attende l'autovettura per riportarci al Passo Giau.

Copyright © - Dino Dibona

  Sei qui: home > itinerari > Passo Giau - Lastoi de Formin - Rucurto | top^





Copyright 1995-2003
- all rights reserved-