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Rifugio Passo Giau - Rifugio Passo Falzarego

Dino Dibona - Andar per sentieri


Carte turistiche 1:25.000
Tabacco: foglio 03 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Kompass: foglio 617 Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Sentieri n° 452 e n° 441.

Denominazione dell'escursione: Rifugio Passo Giau - Rifugio Averau - Rifugio Passo Falzarego.

Gruppo montagnoso: Nuvolau e Averau.

Difficoltà: un breve passaggio in forte pendenza nel tratto di discesa verso il Passo Falzarego, rende non consigliabile l'escursione ai bambini di età inferiore ai 12 anni. L'itinerario è comunque adatto anche agli escursionisti poco allenati.

Tempo medio complessivo di percorrenza: circa 3 (tre) ore.

Abbigliamento ed equipaggiamento consigliati: usuale per le normali escursioni in alta montagna (indispensabili gli scarponi da montagna, oltre a maglione, giacca a vento, calzettoni di lana, ecc.).

Punto di partenza: Rifugio Passo Giau (San Vito di Cadore).

Punto di arrivo: Rifugio Passo Falzarego (Cortina d'Ampezzo).

Altitudine massima che si raggiunge durante l'escursione: m 2435 alla Forcella Averau.

Interesse naturalistico dell'escursione: principalmente paesaggistico, geologico, geomorfologico, pedologico, floristico e faunistico.

Rifugi e altre infrastrutture ricettive d'appoggio: Rifugio Passo Giau a m 2236 di quota, punto di partenza dell'escursione; Rifugio Averau a m 2413 di quota a circa metà percorso; Rifugio Passo Falzarego a m 2105 di quota al termine dell'escursione.

Accorgimenti consigliati: il percorso inizia al Passo Giau, e termina al Passo Falzarego. La distanza tra i due Passi lungo i percorsi stradali, è di oltre 20 chilometri. Bisogna quindi provvedere per un rientro a fondovalle dal Passo Falzarego e, se del caso, al recupero dell'autovettura eventualmente parcheggiata al Passo Giau. La soluzione consigliata è di farsi portare fino al Passo Giau e poi rientrare dal Passo Falzarego con l'autobus del servizio pubblico di linea. N.B.: i numeri romani indicano il periodo di fioritura (es. VI-VII = periodo di fioritura giugno-luglio) e la lettera P le specie protette dalle leggi e dai regolamenti vigenti.

Iniziamo la gita

L'itinerario escursionistico inizia al Passo Giau, raggiungibile in circa 20 minuti d'auto da Cortina d'Ampezzo, in circa 15 minuti da Selva di Cadore e in circa 35 minuti da San Vito di Cadore.

Dal Rifugio Passo Giau si sale lungo il sentiero che, attraversando il pascolo, segue il crinale che costituisce lo spartiacque tra i due bacini idrografici della Valle del Boite e della Val Fiorentina. Qui, il sentieramento turistico ha per buon tratto distrutto la cotica erbosa e innescato processi che hanno completamente eroso il suolo, la cui formazione e sviluppo avevano richiesto molti secoli, portando al denudamento della superficie e all'affioramento della roccia che è di tipo igneo, di colore scuro e con alti contenuti in silice. Questo substrato pedogenetico condiziona le fitoassociazioni di superficie, le cui fioriture più appariscenti sono costituite dalla genziana puntata (Gentiana punctata, VI-VII, P) dai fiori gialli segnati da numerose macchie brune, dall'arnica montana (Arnica montana, VII-VIII, P) una pianta officinale dai fiori intensamente colorati di giallo, dall'anemone gialla (Anemone apiifolia, V-VI, P) dai fiori di color giallo pallido e dall'anemone alpina (Pulsatilla alpina, V-VI, P) dai fiori bianco rosati. Prima di raggiungere la sommità del pascolo, si incontrano i primi scheletri degli impianti sciistici di risalita, che, benché in completo disuso già da molti anni, non sono mai stati smantellati. Quando, già in prossimità delle rocce de Ra Gusela (m 2595), il sentiero si fa pianeggiante, è opportuno fermarsi ad osservare il vasto panorama che si gode da questo punto d'osservazione, dove, verso sinistra, oltre al vicino Monte Pore (m 2405), si vede il grande ghiacciaio della Marmolada (m 3342) e, verso destra, si vede il Monte Cristallo (m 3221), i Cadini di Misurina (m 2757), il Sorapiss (m 3205), la Croda Marcora (m 3154) e, più vicine, la Croda da Lago (m 2715), i Lastoi de Formin (m 2657), il Monte Pelmo (m 3168) e il Monte Cernera (m 2657). Proseguendo, il sentiero gira verso sinistra, entra nel territorio comunale di Colle di Santa Lucia e, con andamento a saliscendi, attraversa un tratto caratterizzato dalla presenza di grandi massi staccatisi dalle pareti di Dolomia Principali de Ra Gusela in epoca postglaciale e che costituiscono i depositi caotici di immani frane da crollo, Tra questi grandi massi cresce l'aglio serpentino (Allium victorialis, VI-VII, P) una pianta assai rara, dai fiori giallognoli riuniti in infiorescenze formanti un capolino grosso e globoso, la vedovina alpestre (Scabiosa lucida, VII-VIII) dai fiori rosso-purpurei o rosso-violetti, la campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia, VI-VIII, P) dai fiori azzurri o azzurro-violetto pallido, presente per gran parte del percorso. La presenza faunistica è rappresentata dal camoscio (Rupicapra rupicapra), dalla marmotta (Marmota marmota) e dalla volpe rossa o volpe comune (Vulpes vulpes). Procedendo lungo il sentiero, che per buon tratto continua con andamento a saliscendi, si costeggiano da vicino le alte pareti sud-occidentali del Nuvolau (m 2574) che s'innalzano sulla destra per più di duecento metri, mentre sulla sinistra, il vasto panorama è sempre dominato dal grande ghiacciaio della Marmolada. Sul substrato costituito da materiale carbonatico, i suoli, formatisi in modo discontinuo, consentono la crescita di specie vegetali molto diverse da quelle del pascolo attraversato all'inizio dell'escursione, infatti, qui possiamo ammirare il rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus, VI-VII, P) dai numerosi fiori rosa, il rododendro irsuto (Rhododendron irsutum, VI-VII, P) dai fiori color rosa intenso, la silene a cuscinetto (Silene acaulis, VI-VII, P) che forma bellissimi pulvini emisferici di colore verde chiaro coperti da numerosi piccoli fiori rosa, la pepeverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum, VI-VIII) dai fiori bianchi e la silene delle fonti (Silene quadridentata, VI-VIII) dai fiori bianco-lucenti con cinque petali che presentano quattro denti al margine. Il sentiero, sempre di agevole percorrenza, in qualche tratto attraversa depositi di materiale clastico più minuto, costituiti da accumuli di detriti di falda o conoidi il cui materiale, di dimensioni eterogenee, ha sepolto il fasciume caotico delle più antiche frane e in altri tratti passa ai piedi della roccia, sulla quale cresce la primula orecchia d'orso (Primula auricola, V-VI, P) dai fiori intensamente gialli, il raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa, VIII, P) uno dei più bei fiori delle rupi, di colore violetto e dalle origini molto antiche e la bonarota comune (Paederota bonarota, VI-VII) dai fiori blu-violaceo riuniti in una corta spiga pendente. Al termine di dell'ultimo di questi tratti vicino alla roccia, il sentiero si divide in due; quello di destra sale con pendenza alquanto ripida verso il Rifugio Averau, costituendo una specie di scorciatoia ripida e con andamento tortuoso e, infatti, questo tratto del sentiero si chiama "ra curta" - la corta -, l'altro continua con andamento pianeggiante in direzione dei prati-pascolo poco lontani e costituisce il percorso "normale" per raggiungere il Rifugio Averau: l'itinerario descritto prosegue in questa direzione. Raggiunti i prati-pascolo, dove il sentiero ha inciso suoli di colore rossastro per l'affioramento degli Strati di Raibl, poco prima di raggiungere la verticale della seggiovia che dal Rifugio Fedare raggiunge il Rifugio Averau, il sentiero confluisce in una strada sterrata percorribile dai trattori e dai veicoli a quattro ruote motrici, ma chiusa al traffico veicolare. Salendo lungo la strada sterrata si presentano favorevoli punti d'osservazione oltre che verso la Marmolada, anche verso il Col di Lana (m 2452), il Monte Civetta (m 3220), il Monte Pelmo (m 3168) e, naturalmente, verso i sovrastanti Nuvolau e Averau. Sui prati-pascolo e nel tratto immediatamente successivo, così come in altre parti del percosro, i fiori sono visitati da numerose farfalle, tra le quali si possono notare la vanessa occhio di pavone (Inachis io) una bella farfalla dalle ali con quattro grandi ocelli intensamente colorati, la vanessa delle ortiche (Aglais urticae) forse la farfalla più comune in montagna, ma anche una delle più belle, l'erebia alpina (Erebia epiphron) dalle ali brune con piccoli ocelli neri con punto centrale bianco, diffusa in tutti i pascoli e i boschi montani, la zigenide comune (Zygaena filipendula) una piccola farfalla molto comune con corpo nero, ali anteriori nere con macchie rosse e ali posteriori rosse con un sottile bordo nero e il ben più raro Apollo delle Alpi (Parnassius phoebus) dalle ali bianche con macchie nere e ocelli rossi bordati di nero. In questo tratto si possono ammirare belle fioriture di silene rigonfia (Silene vulgaris, VII-VIII) una pianta presente anche in altre parti del percorso, dai fiori globosi bianchi venati di bruno, che terminano con petali aperti di colore bianco candido o bianco-rosato, la sassifraga gialla (Saxifraga aizoides, VII-VIII) dai fiori gialli che cresce nei punti più umidi, il garofanino maggiore (Epilobium angustifolium, VIII-IX, P) dai fiori di colore rosa-intenso o violacei riuniti in alte e dense spighe, visitati dal bombo alpestre (Bombus alpestris) riconoscibile per la parte terminale dell'addome di colore arancione. Proseguendo lungo la strada sterrata, a tratti, guardando verso Ra Gusela, si vede, più in basso, il Rifugio Giau, da dove l'escursione ha avuto inizio più di un'ora prima e quando questo Rifugio non è più visibile, guardando verso monte si vede il Rifugio Averau, ormai vicino. Ancora un breve tratto e il Rifugio Averau è raggiunto e con esso, il punto intermedio dell'escursione.

L'itinerario prosegue salendo alla Forcella Nuvolau vera e propria, che si trova a pochi passi dietro il Rifugio Averau e da dove si gode di un buon panorama verso la Tofana de Rozes (m 3244), il Monte Cristallo (m 3221) e le vicine Cinque Torri (m 2361). Dalla Forcella Nuvolau, si prosegue lungo il sentiero di sinistra, passando dietro la stazione a monte della seggiovia Rifugio Fedare - Rifugio Averau. In questo primo tratto, là dove passa il sentiero e a monte dello stesso, affiora e si mostra in buona evidenza la roccia di colore rosso-cupo degli Strati di Raibl, ma dopo poche decine di metri, il sentiero s'inoltra tra i depositi detritici accumulatisi ai piedi dell'Averau (Dolomia Principale) a causa dei processi fisici e chimici di disgregazione e alterazione della roccia sovrastante, in atto da migliaia di anni e tutt'oggi ancora attivi. L'escursionista noterà anche che molti di questi detriti presentano delle superfici luccicanti per la presenza di numerosi e piccolissimi cristalli di calcite (minerale costituito da carbonato di calcio). Il sentiero segue ancora un andamento in continuo saliscendi, passando alla base delle rocce rosate del versante occidentale dell'Averau che s'innalzano verticalmente per più di duecento metri, sulle quali cresce numerosa e con splendide fioriture la cinquefoglia delle Dolomiti (Potentilla nitida, VI-VIII, P) una pianta pioniera prostrata dai numerosi fiori di colore da rosa-intenso a rosa-pallido, la già citata bonarota comune (Paederota bonarota, VI-VII) dai fiori blu-violaceo riuniti in una spiga pendente, la sassifraga verdazzurra (Saxifraga caesia, VI-VIII) dai fiori bianchi e, non sulle roccia ma sul suolo calcareo vicino al sentiero, cresce la linaria alpina (Linaria alpina, VII-VIII, P) dai fiori azzurro-violacei con fauce arancione. Anche in questo tratto sono presenti i camosci (Rupicapra rupicapra), le marmotte (Marmota marmota) le cui sentinelle "fischiano" per dare l'allarme al sopraggiungere dell'escursionista, il gracchio alpino (Phyrrocorax graculus) dal piumaggio completamente nero con becco giallo e zampe di colore rosso e il fringuello alpino (Montifringilla nivalis) distinguibile per la vasta zona bianca sulle ali ben visibile soprattutto quando è in volo. Un'ultima salita a lieve pendenza e si raggiunge la Forcella Averau (m 2435), il punto più elevato dell'escursione, da dove si gode di un ampio panorama verso il Lagazuoi (m 2778), le Punte di Fanes (m 2980), il Monte Cavallo (m 2912) e l'enorme mole della Tofana de Rozes (m 3225).

Dalla Forcella Averau il sentiero prosegue scendendo lungo i versanti nord-occidentali della Crodanegra (m 2518) e, all'incrocio subito sotto la Forcella, si prosegue diritto rimanendo in quota, dove il sentiero ha un andamento da pianeggiante a leggera pendenza verso valle. In questo tratto cresce lo spillone alpino (Armeria alpina, VI-VII, P) dai fiori a capolino di colore da rosa-pallido a rosa-carico, il millefoglio dei macereti (Achillea oxyloba, VII-VIII, P) con un solo fiore bianco all'apice del fusto, il tarassaco alpino (Taraxacum alpinum VII-VIII) dai fiori di colore giallo intenso e la fienarola delle Alpi (Poa alpina) una graminacea i cui semi germogliano sulla pianta prima di cadere a terra. Proseguendo, il sentiero per breve tratto scende in ripida discesa, dove, passando sulla roccia, bisogna prestare molta attenzione: un piccolo e breve "passaggio" di pochi metri, che, però, può essere impegnativo per chi non è pratico di montagna. Superato questo tratto, il sentiero prosegue infilandosi in un canalino che segue una linea di faglia, oltre il quale si divide in due tronconi che, comunque, si riuniscono nuovamente poco più in basso. Proseguendo ulteriormente, sulle destra e un po' più in basso, si vede il piccolo Lago di Limides e, poco dopo, diritto nel senso del sentiero, appare, ai piedi del Sass de Stria (m 2477), il Passo Falzarego, con le costruzioni e gli ampi parcheggi. Prima di raggiungere il Passo, si attraversano i pascoli di Fuozarego (Falzarego), dove cresce numeroso l'aconito napello (Aconitus napellus, VII-VIII,P) una pianta velenosa con numerosi fiori a forma di elmo e di colore azzurro-carico, riuniti in una lunga spiga eretta e la primula farinosa (Primula farinosa, V-VI,P) dai fiori deliziosamente rosa con fauce gialla. Nell'ultimo tratto, così come all'inizio dell'escursione, il sentieramento turistico ha distrutto la cotica erbosa del pascolo e innescato processi che hanno completamente eroso il suolo e denudato il substrato pedogenetico che qui è costituito dalla roccia sedimentaria degli Strati di Raibl di colore rossastro.

L'escursione termina qui, al Rifugio Passo Falzarego, lungo la S.S. 48 delle Dolomiti, da dove il rientro verso Cortina d'Ampezzo è possibile anche con il mezzo pubblico di linea, in servizio durante l'alta stagione estiva.

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